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Lettera aperta del Direttore Generale Alessio Pinelli.

L’idea iniziale che ci ha portato alla nascita del Sesto Calcio è stata quella di far giocare quei ragazzi che non trovavano spazio in altre realtà calcistiche del territorio.
Insieme ad un gruppo di amici abbiamo fondato questa società nel 2010 e con l'aiuto del Comune abbiamo potuto iniziare la nostra attività presso l’impianto sportivo del CUS Firenze al Polo Scientifico.
E’ stato un inizio sofferto ma entusiasmante, avevamo cinque squadre e una quindicina di bambini della scuola calcio ed i numeri anno dopo anno sono aumentati.
Nel 2012 otteniamo la gestione dell’impianto di Volpaia inizialmente insieme al Uisp, un matrimonio purtroppo non molto felice.
Con il nuovo impianto, anche se non in perfette condizioni, siamo cresciuti sia in termini di numero di squadre, sia di tesserati del Settore Giovanile e Scuola Calcio.
Mantenendo ben saldi i princìpi che ci hanno portato ad iniziare questa bella avventura, sono arrivati anche i risultati: con gli Juniores siamo arrivati a un passo dal vincere il campionato che ci avrebbe dato l’accesso ai Regionali, la prima squadra è salita in 2° categoria e con i ragazzi del 2002 abbiamo vinto il campionato Allievi raggiungendo il girone di merito.

Purtroppo ad un certo punto della storia sono arrivati anche i problemi, in particolare quando c’è stata la nuova gara per l’assegnazione dell’impianto di Padule.
Alla gara ha partecipato una società, non del territorio Sestese, con grandi mezzi finanziari e per noi la loro proposta al Comune era inarrivabile.
Questa situazione ha avuto delle ripercussioni sulla nostra attività, l’idea che avessimo perso l’impianto di gioco ha fatto paura a molti, in particolare a genitori e ragazzi della Scuola Calcio. In realtà di fronte a questa situazione avevamo già preso contatti con l’assegnatario dell’impianto siglando un accordo che ci avrebbe comunque permesso l’utilizzo del campo di gioco.
E’ stato un periodo molto difficile per noi, abbiamo cercato di contenere le notizie senza fondamento che circolavano e che ci davano per prossimi alla chiusura. Ci saremmo aspettati maggiore solidarietà da parte delle altre società calcistiche di Sesto che invece hanno perseguito i loro interessi approfittando delle nostre difficoltà e purtroppo abbiamo perso alcuni tesserati che non hanno creduto nelle rassicurazioni della Società.

L’ulteriore svolta è stata la rinuncia da parte dell’assegnatario della gara dell’impianto in quanto non rispondente alle proprie necessità e questo ci ha permesso, molto in ritardo, di poter riprogrammare la stagione ormai alle porte, purtroppo il gap con le altre società non era colmabile nel breve periodo, ma comunque grazie all’entusiasmo e all’aiuto di chi ha creduto in noi siamo ripartiti.
Dopo un anno da quella brutta esperienza siamo ancora qui, mentre altre società continuano con la ricerca quasi maniacale di sottrarre ragazzini agli altri, noi siamo convinti che i piccoli debbano lavorare in gruppi non eccessivamente numerosi in cui tutti possono avere il loro spazio senza eccessi di competitività.

Crediamo che oltre ad insegnare tecnica calcistica e su questo non abbiamo da invidiare nessuno grazie ai numerosi Istruttori Figc che fanno parte del nostro organico, sia fondamentale insegnare i veri valori dello sport ed infatti il nostro motto è: “Nessuno indietro, Nessuno al centro, Tutti avanti. Insieme!”.

La stagione 2019/20 sarà per noi l'anno zero, abbiamo avviato una importante promozione che prevede per i nati nel 2011/12/13/14 l'iscrizione gratuita alla Scuola Calcio.
Crediamo fortemente in questa ripartenza, vogliamo far crescere il senso di appartenenza a questi colori.
Invito a visitare il nostro sito totalmente rinnovato www.sestocalcio2010.webnode.it, una delle prime iniziative volte a promuovere il nostro modo di fare calcio.

Siamo tutti a lavoro per raggiungere gli obbiettivi che ci siamo prefissati, faccio i migliori auguri per la nuova stagione ad atleti, allenatori, dirigenti, genitori e visto che ci sono… anche a me!

 ALESSIO PINELLI

 

Intervista al DS Rino Alfonsi

Come valuta la stagione appena trascorsa?
E’ stata una stagione difficile. I problemi che si sono creati alla fine della stagione 2017/18 e all’inizio della scorsa, causati dall’incertezza sull’assegnazione dell’impianto di Padule, non hanno permesso una giusta programmazione.
Nelle categorie della Scuola Calcio abbiamo perso qualche ragazzo proprio per questo motivo, alcuni genitori non hanno dato credito alle nostre rassicurazioni abbandonandoci.
Grande rammarico per la Cat. Allievi 2003 che grazie alla vittoria dell’anno precedente del Campionato da parte dei ragazzi del 2002 avevano potuto accedere al campionato Regionale, ma che, per i problemi descritti prima, non è stato possibile supportarli allestendo una squadra più competitiva.
Il IV posto degli Juniores sono un buon risultato, ma sono convinto potessero fare di più. La delusione principale proviene dalla Prima Squadra che con gli elementi che la componevano, doveva mantenere la categoria senza alcun problema, invece è retrocessa.
Ma il rammarico è già passato, siamo già pronti alla nuova stagione con tanto entusiasmo, ma anche tante certezze.

Obbiettivi per la stagione 2019/20?
Potrà sembrare la solita frase fatta: il nostro obbiettivo e volontà è di migliorarci. La Prima squadra ha il dovere di provare a riconquistare la categoria e sto lavorando per creare le condizioni perché ciò avvenga. Per gli Juniores abbiamo grandi ambizioni, la squadra si è molto ringiovanita e parte già da un’ottima base. Ci sono nuove guide tecniche nelle categorie Giovanissimi e Allievi che siamo certi daranno soddisfazioni.
Abbiamo fatto un grande lavoro sul parco allenatori di tutte le categorie e potremo contare su ben 7 elementi con patentino Uefa B, non sono molte le Società che possano contare su un gruppo di Mister del genere ed è il completamento di un grande lavoro del Sesto Calcio che, sono certo, darà i suoi frutti nel breve periodo.

Obbiettivi Societari?
Ormai archiviata la questione assegnazione dell’impianto e con tutti i problemi che comunque affliggono le società sportive dilettantistiche, la stagione scorsa è stato un anno di gran lavoro dietro le quinte. Restano i progetti di miglioramento dell’Arena Padule e abbiamo lanciato la promozione “Scuola Calcio gratuita” per i piccoli che si iscriveranno.
Potremo contare su 11 squadre iscritte ai campionati federali e una Scuola Calcio riconosciuta dalla FIGC, vogliamo diventare sempre più grandi e ambiziosi, senza trascendere dallo spirito “sociale” del Sesto Calcio che mette al centro le persone prima dei trofei.
Per questo invito tutti, grandi e piccoli a venire alla nostra sede per ulteriori info dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19 e soprattutto a non mancare alla grande festa del 6 settembre, con la presentazione di tutte le categorie, dovrà essere un momento di unità e divertimento per ragazzi, famiglie e società.
Stiamo anche programmando una sorpresa, ma le sorprese devono rimanere tali quindi non dico altro…
Per finire un saluto ed un augurio speciale alla calciatrice della Nazionale Elena Linari figlia del nostro preparatore dei portieri Diego Linari che ha partecipato ai Campionati del Mondo in Francia. Un po’ di Sesto Calcio ai mondiali.

Intervista al Mister dei Giovanissimi Leonardo Pagliazzi

Salve Mister partiamo da una breve presentazione di te come uomo di sport e della tua famiglia.
Sono sposato con due bambini gemelli di 6 anni e sono un sestese doc! Lavoro in banca, attualmente in filiale a Fiesole come consulente. Ho iniziato ad allenare all'età di 22 anni nella Laurenziana a seguito di un infortunio che mi ha costretto a smettere di giocare, iniziando dalla scuola calcio per poi passare al settore giovanile nel 2011 con l'Atletica Castello, dopo aver conseguito il tesserino UEFA B. Nel 2014 di nuovo un anno nella scuola calcio col Fiesole Calcio e nel 2015 inizio invece una grande esperienza con gli adulti presso il GS Caldine dove con un gruppo di amici abbiamo creato una nuova squadra per la terza categoria, conquistando l'anno successivo la seconda. Infine un anno e mezzo di stop, dopo 15 anni ininterrotti, prima della chiamata del Sesto Calcio.

In questo primo periodo quali aspetti positivi e negativi hai visto nei tuoi ragazzi?
Sicuramente una grande accoglienza, grande entusiasmo dei ragazzi che si sono messi subito a disposizione dimostrando grande attenzione e abnegazione. Allo stesso tempo di fronte alle prime difficoltà hanno dimostrato poca capacità di reazione, oltre a qualche atteggiamento non adeguato che non ci ha permesso di lavorare durante la settimana come sarebbe stato necessario.
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Avendo a disposizione 28 atleti in base a quali criteri scegli chi convocare e chi no?
Questo è forse l'aspetto che in questo primo periodo ci ha creato maggiori difficoltà. Non avendo avuto tempo di conoscere i ragazzi in maniera adeguata, ci siamo dovuti affidare un po' anche all'intuito ed alle sensazioni che ci davano i ragazzi durante la settimana. Chiaramente prima di tutto ha importanza la presenza agli allenamenti, poi cerchiamo di fare una valutazione anche sui ruoli in campo visto che soprattutto nel reparto difensivo c'è una grande abbondanza. Comunque, visti certi atteggiamenti degli ultimi tempi, nelle convocazioni presteremo maggiore attenzione all'impegno con cui vengono svolti gli allenamenti.

Quale comportamento un tuo giocatore non deve mai avere?
Prima di tutto l'atteggiamento, in campo e fuori, poi il rispetto verso gli altri non deve mai mancare.

Hai un modulo tattico preferito?
Per come interpreto io il gioco del calcio, la ricerca del possesso palla deve essere l'obiettivo principale a cui tendere, per fare ciò ci sono dei sistemi di gioco preferibili, come il 4-3-1-2, il 4-3-3 o il 3-4-3, ma non mi concentro mai su un sistema di gioco unico. Al contrario cerco di capire quello piú idoneo alle caratteristiche dei ragazzi a disposizione di domenica in domenica.. A maggior ragione con ragazzi di 15 anni,  dove ancora per i prossimi mesi deve prevalere l'attenzione verso il singolo piuttosto che verso la tattica collettiva.

La Federazione si accinge a rendere obbligatorio il patentino Uefa B per allenare anche il settore giovanile, cosa ne pensi? Tu che hai fatto il corso spiegaci di cosa si tratta.
Il corso per conseguire il tesserino UEFA B è stata un'esperienza unica, che mi ha trasmesso una quantità di competenze incredibile. Prima mi basavo quasi esclusivamente sulle mie esperienze passate, prima da giocatore e poi da istruttore.  Dopo ho iniziato a lavorare soprattutto in base alle linee guida che il Settore Tecnico trasmette, basate su studi che prima non esistevano. Inoltre durante il corso si viene in contatto con personaggi che hanno esperienze anche a livello di Serie A e Nazionali e questo è un ulteriore arricchimento. Quindi sono assolutamente d'accordo con la Federazione su questo aspetto: i ragazzi devono avere l'opportunità di lavorare con persone qualificate perchè è nella Scuola Calcio e nel Settore Giovanile che il ragazzo si forma.

Raccontaci un aneddoto curioso nel mondo del calcio che hai vissuto in prima persona.
Aneddoti veri e propri non ce ne sono, ci sono al contrario momenti che non si dimenticano. Uno di questi fu il derby Caldine-Fiesole del dicembre 2015 nel campionato di terza categoria; primo campionato per entrambe le squadre dopo tanti anni di assenza dalla terza categoria. Entrambe in testa alla classifica con una rivalità molto accentuata come tutti i derby di paese. Purtroppo il venerdí notte avvenne una tragedia, in un incidente stradale perse la vita un ragazzo che si allenava con noi, amico per di piú di alcuni componenti della nostra squadra. Partita quindi caratterizzata da grandi emozioni, prima durante e dopo. Partita che, calcisticamente parlando, stavamo vincendo 1-0 (e con la vittoria avremmo consolidato il primo posto in classifica prima della sosta natalizia) fino a quando all'ultimo secondo del recupero abbiamo subito il pareggio. Quell'episodio cambiò tutto il nostro campionato.

Una cosa che non hai mai detto e che ora vorresti dire?
Vorrei dire grazie al mio collaboratore Samuele Di Bella la cui presenza è fondamentale sia nella gestione dei ragazzi durante l'allenamento che nei momenti di confronto che abbiamo sulle scelte e le decisioni da prendere.

Dopo quasi 2 mesi ti sei mai chiesto... ma chi me lo ha fatto fare?
Questo assolutamente no!! Il gruppo dei ragazzi ha qualità, vorrei che questo messaggio passasse nuovamente a loro!! Devono metterci testa, il cuore hanno già dimostrato di sapercelo mettere.. Possiamo fare bene, dipende da loro.


Intervista al Mister della Prima Squadra David Morsiani

Raccontaci come e quando sei stato contattato dal Direttore Sportivo.
Sono stato contattato il 28 gennaio, con il DS Alfonsi avevo già parlato qualche anno fa, ma poi per mie esigenze personali non se ne è fatto più niente.

Cosa ti ha chiesto la società e tu cosa gli hai chiesto?
La Società mi ha chiesto di raggiungere la salvezza, io ho dato la mia disponibilità chiedendo di poter lavorare con serenità perché non è semplice subentrare a tredici partite dalla fine del campionato conoscendo poco la squadra.

Raccontaci brevemente la tua carriera sportiva.
Da calciatore nasco alla Sestese per poi passare al Prato dove ho giocato fino alla categoria Berretti con aggregazione alla prima squadra.
Da allenatore ho iniziato nel 2010 alla guida degli Juniores allo Zenith Audax allenando poi anche la prima squadra.
Succesivamente ho guidato gli Juniores Regionali del Mezzana, prima squadra dell'Albacarraia e poi gli Juniores Regionali del Novoli.

Hai un modulo tattico preferito?
Simpatizzo per il 4-4-2, ma poi è fondamentale adattare il modulo alle caratteristiche dei giocatori che hai a disposizione.

Vuoi dire qualcosa al tuo predecessore Ettore Nanni?
Gli voglio fare un grande in bocca al lupo per le sue future esperienze e di tenere duro perché in queste categorie niente è facile e tutto fa esperienza.

Fioretto collettivo in caso di raggiungimento dell'obbiettivo salvezza?
Nessun fioretto, il lavoro settimanale e la concentrazione la domenica sarà la nostra chiave per raggiungere l'obbiettivo.

A quale allenatore ti ispiri?
Nessuno in particolare, però amo guardare le impostazioni che danno i colleghi, sia dilettanti che professionisti e di rubargli qualche idea.

Sogno nel cassetto?
Quello che spero è di avere sempre l'opportunità di stare sul campo ad allenare, amo, la vivacità degli spogliatoi, la tensione che si prova durante le partite e la soddisfazione che viene dalla consapevolezza di aver dato un contributo alla squadra.

Un saluto e un grazie a tutti e...Forza Sesto!


Intervista al Mister dei Primi Calci 2010 Tommaso Pentella.

Ciao, parlaci del Pentella mister…
Mi ritengo una persona molto determinata, ambiziosa e attenta ai dettagli e questo vale sia per quanto riguarda la vita privata che lo sport.
Questa è la mia prima esperienza da allenatore, mi ritrovo al Sesto Calcio un po’ per caso o forse che mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto; cercavo una squadra che mi potesse accogliere per questa nuova esperienza e al Sesto serviva un allenatore da affiancare a Vittorio Bacherini per la categoria “Primi Calci 2010”.

Quale tipo di allenamenti fai ai ragazzi di 8 anni?
Gli allenamenti per i piccoli sono principalmente legati allo sviluppo della tecnica individuale e della tattica, tralasciando per il momento la parte fisica, poiché loro sono in una fase delicata della crescita e quindi sovraccaricarli da un punto di vista fisico sarebbe controproducente.
Il mio obiettivo è soprattutto fargli fare esercizi che riescano a coinvolgerli legando insieme aspetti tecnici e divertimento.
A loro chiedo principalmente il rispetto e lealtà tra compagni e anche nei confronti dell' avversario, tutto il resto è secondario.

Che gruppo di ragazzi hai? C’è qualcuno che potrebbe essere interessante? È più difficile allenare i ragazzi o i loro genitori?
Io ho il gruppo dei Primi Calci 2010, ragazzini fantastici che mi stanno dando tante soddisfazioni. Tra di loro ce ne sono diversi interessanti dal punto di vista calcistico, ma solo il tempo ci potrà dire se le mie impressioni sono giuste, anche perché a questa età è davvero troppo presto per dare giudizi.
I genitori hanno un ruolo importantissimo e primario nello sviluppo del bambino e quindi io con loro mi confronto spesso per trovare la miglior soluzione ai problemi legati all’attività sportiva.

Come è organizzato il vostro gruppo di lavoro?
Come ho già precedentemente detto all’inizio sono stato affiancato a Vittorio Bacherini, poi da settembre Vittorio ha preferito che gestissi io in prima persona tutto, anche se la sua presenza per me è fondamentale perché è una persona di grande esperienza e da lui posso imparare tanto.

Fai uno spot pubblicitario per invogliare i ragazzi a venire al Sesto Calcio…
Non sono molto bravo a pubblicizzare, però posso dire ai genitori e ai ragazzi che al Sesto Calcio i bambini non sono trattati come numeri, come spesso capita nelle società più blasonate, si sta dietro ad ogni singolo bambino per aiutarlo a crescere nel miglior modo possibile.
Da aprile da noi cominciano le prove gratuite e quindi quale miglior modo di…provare per credere!

Il sogno sportivo nel cassetto?
Logicamente è quello di arrivare al livello più alto possibile della professione di allenatore, certo la strada sarà lunga e tortuosa ma questo non mi spaventa.
Programma da qui alla fine dell’anno per i tuoi ragazzi?
Il programma è sempre lo stesso, allenarsi per migliorare!
Anche perché gli allenamenti sono le fondamenta del gioco del calcio; sono come le prove di uno spettacolo teatrale, bisogna provare provare e riprovare per poi conoscere la parte a memoria per lo spettacolo della domenica.

Intervista al Mister dei Pulcini 2009 Mauro Boriosi.

Descrivici  Mauro Boriosi dentro e fuori del campo.
"Nel calcio come nella vita sono una persona che ama combattere per raggiugere i risultati. Non amo le vittorie facili, ne' le sconfitte senza onore, mi interessa maggiormente il percorso che si fa per raggiugere l'obbiettivo rispetto al punteggio finale".

Cosa ti aspetti da questi ragazzi di 10 anni e secondo te a questa età è possibile intravedere prospetti futuri interessanti?
"A 10 anni i ragazzi sono nel pieno della Scuola Calcio, il mio lavoro è incentrato particolarmente sull'insegnamento della tecnica di base, fondamentale per il prosieguo del loro percorso calcistico.
Ovviamente alcuni ragazzi hanno più talento di altri e questo lo si può intravedere già a questa età, l'importante è che comprendano l'importanza del lavoro sul campo e che desiderino migliorarsi ad ogni allenamento. Da istruttore vedere un gesto tecnico dei miei ragazzi tipo un anticipo sull'avversario, uno scambio veloce con il compagno, una bella parata del portiere, mi riempie di gioia".

Hai qualcosa da dire ai genitori dei tuoi atleti?
"Ai genitori dei miei ragazzi non posso che dire grazie per la stima e la fiducia che mi hanno e tuttora mi dimostrato".

Qual è il tuo percorso di allenamento e perché un genitore dovrebbe mandare proprio figlio alla scuola calcio del Sesto, cosa abbiamo di speciale rispetto agli altri?
"Riguardo all'allenamento come già detto prima cerchiamo di curare in particolare la tecnica di base, cercando però di fare in modo che l'allenamento sia comunque divertente e piacevole per i ragazzi.
Rispetto ad altre società limitrofe più blasonate,  non abbiamo l'obbligo di vincere, pertanto venire al Sesto Calcio vuol dire trovare senz'altro tecnici preparati, un centro sportivo e una società organizzata, ma vuol dire trovare soprattutto un ambiente che non mette in competizione i ragazzi, divertente e dove si possono fare nuove amicizie. Il Calcio è un gioco".

L'allenatore a cui ti ispiri?
"L'allenatore che più mi ha segnato è Mister Orioli che mi ha allenato hai tempi della mia militanza alla Cattolica Virtus dove ho giocato per 10 anni. Tre ore di allenamento al giorno basato su tecnica, palloni medicinali, estensori e vogatori, neanche alla Fiorentina avevano un allenatore così. Un mito!".

Programmi per il finale di stagione?
"Semplice, allenamenti per migliorarsi, partite con speriamo qualche vittoria e 2 tornei a fine stragione per un finale in crescendo".

"Voglio fare un augurio al Sesto Calcio perché non debba subire più le vicissitudini, e anche qualche cattiveria, che ha dovuto sopportare nel 2018. Stiamogli sempre vicino".


Intervista al Preparatore dei portieri del Sesto Calcio Diego Linari.

Salve Mister, Lei è il preparatore dei portieri della prima squadra e del settore giovanile dai Giovanissimi agli Juniores, quali differenze ci sono negli allenamenti delle varie categorie?
"Le differenze sono dovute principalmente a l'età e qualità delle squadre, dove ritmi e velocità del pallone richiedono attenzioni diverse".

In cosa consistono gli allenamenti di un portiere e come si suddividono gli esercizi nei vari allenamenti settimanali?
"Anche se non sono un grande amatore della forza fisica inizio gli allenamenti con una parte di attivazione atletica, poi una parte di forza, skip alti, laterali e balzi. Poi punto molto sulla agilità e velocità nell'effettuare esercizi con il pallone".

Quali qualità dovrebbe avere un portiere che possa essere un titolare affidabile per la sua squadra?
"Troppo facile sarebbe dire completo quindi dovrebbe avere la capacità di leggere le situazioni prima degli altri ed essere bravo con i piedi. Ovviamente oltre alle componenti tecniche, fondamentali sono anche la capacità di dare sicurezza al reparto ed il coraggio. In tante situazioni di gioco, nonostante il calcio sia un gioco di squadra, il portiere è “solo” e di conseguenza acquisire personalità è fondamentale".

Nel calcio di oggi spesso è richiesto ai portieri di essere i primi registi della squadra, facendo partire l'azione da dietro, anche se a volte non hanno proprio i piedi adatti. Non si rischia di snaturarne un po' la figura?
"Non credo perché il ruolo del portiere resta quello di parare e non subire gol. Però il calcio è cambiato e per fare girare il pallone veloce spesso si passa dal portiere quindi gli alleno usando anche i piedi per migliorare le qualità tecniche individuali. La squadra che ha un portiere con i piedi buoni ha un valore aggiunto".

Un altro ruolo delicato è quello del dodicesimo, che spesso si ritrova a giocare con il contagocce. Come si affronta una situazione del genere?
"Allenando entrambi cerco di motivarli portandoli allo stesso livello, in questo caso la loro amicizia è determinante perché ovviamente solo uno potrà giocare".

Parliamo un po di Lei, come è arrivato al Sesto Calcio e come si trova con il Mister Ettore Nanni?
"Con questa sono 5 stagioni che alleno al Sesto Calcio. Mi ha portato Mister Giovannini e mi trovo molto bene sia con la società che con il nuovo Mister Ettore Nanni, che oltretutto mi ha chiesto di seguirlo anche in campo. Lui è molto bravo ad impostare gli allenamenti anche in funzione degli avversari pur rispettando le caratteristiche dei suoi giocatori".

Ha qualche aneddoto da raccontare della sua carriera?
"A 9 anni giocavo nel Doccia, una volta il nostro portiere non si presentò così mi feci avanti io, parai bene e fui felicissimo. Così da lì in poi quello divenne il mio ruolo giocando sempre titolare fino a 33 anni".

E di Sua figlia vuole dirci qualcosa? Gioca in Spagna ed è una ex Viola giusto?
"Mia figlia Elena ha 24 anni e gioca difensore centrale dell Atletico Madrid.
Ha inseguito il suo sogno per diventare una calciatrice professionista, ha iniziato piccolissima e fino a 12 anni è stata in squadra con i maschi, poi è passata al Brescia e poi nella Fiorentina vincendo 3 campionati, 4 coppe Italia e 2 supercoppa.
Dal 7 Giugno 2019 giocherà il mondiale in Francia con la maglia della Nazionale. Sono molto orgoglioso di lei".

Concludiamo l'intervista con una domanda classica, quali sono i portieri che più l'hanno impressionato del calcio di oggi e in quello passato?
"Del passato Peter Schemeichel, portiere danese anni 90 della Premier League, che secondo me ha fatto cose straordinarie sia fisicamente che caratterialmente dimostrando di essere diverso da tutti i portieri.
Di oggi Manuel Neuer del Bayer Monaco, in lui sono presenti tutte le capacità che occorrono ad un portiere abilità tecnica, velocità, intuito, visione di gioco e buoni piedi".

Buon 2019 a tutti i tifosi del Sesto Calcio!


Intervista al Responsabile Scuola Calcio Giuseppe Canaccini.

Raccontaci in breve il Canaccini e il Calcio. 
"Il mio interesse per il calcio è nato per pura passione circa 25 anni fa con la Scuola Calcio dello "Sporting Sesto". A quel tempo le società sportive non vedevano l'ora di iniziare a far giocare i più piccoli sul campo grande a 11. Io invece riuscii a impostare l'attività su un programma di completa gradualità, seguendo le indicazioni della federazione che iniziava a promuovere prima il calcio a 7, poi a 9 e infine a l'età di 12 anni a 11.
L'anno scorso sono stato chiamato dal Sesto Calcio ed il primo anno è servito per conoscere il nuovo ambiente e le novità introdotte dalla Federazione. Il tutto è avvenuto con enormi difficoltà e ritardi per l'incredibile vicenda della gestione dell'impianto. Questo sarà una sorta di anno zero e alla fine sarà un successo portare in fondo tutte le categorie".

Spiegaci il messaggio del sito del Sesto Calcio “Nessuno indietro, Nessuno al centro, Tutti avanti insieme.
"Messaggio perfetto per la gestione di una squadra. Si vince e si perde tutti insieme".

Descrivici la scuola calcio che stai coordinando.
"Vari gruppi della scuola calcio hanno risentito particolarmente delle incertezze per la gestione del campo sportivo e per l'aggressività di altre società della zona che hanno approfittato per portarci via dei ragazzi.
Comunque ecco i nostri gruppi:

2006 Esordienti II Anno
Gruppo in crescita numerica e qualitativa, valido nello sviluppo del gioco, carente nella prestanza fisica. Con qualche giusta integrazione è sicuramente di buona prospettiva per la categoria Giovanissimi. L'attività prevede numerose amichevoli per lavorare con tutti i ragazzi compresi gli ultimi arrivati.

2007 Esordienti I anno
Storicamente già ristretto ha avuto importanti defezioni in ruoli chiave. Squadra da integrare anche numericamente per il prossimo anno. Al momento rimane da rimpiangere un gruppo che l'anno passato, pur ristretto, appariva ben costruito e abbastanza competitivo.

2008 Pulcini II Anno
Gruppo abbastanza numeroso, dunque vengono organizzate molte partite in modo da far lavorare tutti. Abbiamo qualche individualità al momento già avanti in grado anche di poter giocare nell'annata superiore. In questi casi nasce sempre la tentazione da parte dei genitori ambiziosi di far fare ai figli "salti di qualità” prematuri con il pericolo di cocenti delusioni o situazioni organizzative problematiche, tali da portare anche a l'abbandono dell'attività. Finora il Sesto Calcio non ha mai sacrificato nessuno e al momento giusto (13 anni) lascia la possibilità di provare categorie superiori.

2009 Pulcini I anno
Gruppo che aveva lavorato bene l'anno scorso con evidenti miglioramenti, ma menomato questo anno dall'interessamento della maggiore società vicina che più che una scuola calcio appare come una scuola di acquisizione sistematica dei ragazzi al momento più in evidenza, segnalati da zelanti osservatori, riuscendo così a mantenere la nomea di "vincente" spesso affascinando alcuni genitori. Ma per questi ragazzi se non manterranno le aspettative tecniche e fisiche più avanti cosa accadrà? Personalmente per loro mi auguro che si trovino bene ma se così non fosse la porta del Sesto Calcio resterà sempre aperta.

2010 Primi Calci e Primi Calci Misto
Il gruppo è gestito insieme e presenta buone individualità che in futuro daranno grandi soddisfazioni, soprattutto a loro stessi.

2011/2012 Piccoli Amici
IL numero è un po' ristretto. Ritengo che uno dei compiti più importanti per la società sia quello di individuare e organizzare nuove forme di aggregazione e acquisizione anche se questo potrà richiedere molto impegno non solo organizzativo, dobbiamo superare l'handicap di una zona, quella dove è dislocato l'impianto, poco popolosa. Uno strumento adeguato potrebbe essere ad esempio la gestione dei campi estivi che risulterebbero un bel servizio per la cittadinanza".

Come si deve comportare un genitore quando il figlio inizia a praticare sport?
"Il discorso vale non solo per il calcio ma per tutti gli sport. Oggi le attività iniziano molto presto e si svolgono negli anni della crescita fisica e psicologica. Il ruolo dei genitori è fondamentale, devono essere di incoraggiamento sempre, evitando di evidenziare quelli che per gli adulti sembrano errori, ma per i ragazzi è un normale percorso di crescita. Relativamente a questo aspetto ci sta seguendo una psicologa con cui abbiamo in programma diversi incontri".

Quali requisiti devono avere gli allenatori della scuola calcio?
"Più che allenatori nella scuola calcio, occorrono istruttori-educatori interessati a questa attività. La federazione ha fornito nel tempo numerosi strumenti e indicazioni utili per esercizi da svolgere e migliorare le attività".

Cosa vorresti dire ai tuoi colleghi direttori sportivi delle società vicine?
"Direi di sedersi ad un tavolo per concordare strategie comuni. Da una parte bisognerebbe fare crescere tranquilli nelle loro società i ragazzini delle scuole Calcio, a meno che non si trovino bene, dall'altra però al raggiungimento dell'età giusta (13 anni) sperimentare le proprie capacità anche in categorie maggiori possibilmente nelle società vicine. Una collaborazione vera a vari livelli".

Un sogno sportivo?
"Il mio sogno sarebbe quello di poter acquisire nella categoria Giovanissimi il livello regionale, in modo da compattare tutto il settore. Sarebbe il sogno di una società ben programmata e costruita su solide basi.
Avrei tante altre cose da dire, la scuola calcio è un argomento complesso e allo stesso tempo molto stimolante,
Forza Sesto Calcio, Buon Natale e felice 2019".


Intervista al Vice Presidente del Sesto Calcio Silvio Grossi.

Raccontaci in breve il Sig. Grossi e il calcio.
"Negli almanacchi del calcio non troverai Silvio Grossi, dopo qualche apparizione nella Ginori-Doccia, mi sono dedicato maggiormente al tifo per mio fratello e successivamente per i miei due figli che hanno indossato uno la maglia del Doccia e l'altro del Sesto Calcio dove milita tutt'ora nella squadra juniores.
Da dirigente mi diverto ancora molto e non nego che sono molto orgoglioso della mia carica".

Spiegaci il messaggio del nostro sito: Nessuno indietro, Nessuno al centro, Tutti avanti, insieme.
"Rappresenta la nostra filosofia di fare calcio, per noi l'aspetto sociale della nostra attività è fondamentale. Il calcio è principalmente un gioco e il gioco è finalizzato all'aggregazione e al divertimento.
Specialmente nell'ambito della Scuola Calcio, ma non solo, il Sesto Calcio vuole portare avanti un modello in cui tutti si sentano importanti nel gruppo, in cui nessuno si senta escluso, orgoglioso di far parte di una grande famiglia".

Descrivici la società Sesto Calcio.
"L'ASD Sesto Calcio 2010, nasce da un gruppo di genitori e dai loro settanta ragazzi, che si ritrovarono a decidere se seppellire la propria passione sotto le macerie della vecchia società, oppure rimboccarsi le maniche creandone una tutta nuova. Quella decisione sofferta e forse un po' incosciente, ci ha portato ad avere oggi quasi 400 tesserati dai 6 ai 35 anni e questo ci rende fieri di noi".

Cosa ti aspetti dal nuovo anno?
"Mi aspetto una nuova ripartenza per la nostra società. Superati i gravi problemi del 2018 dovuti all'assegnazione dal parte del Comune del nostro impianto, vogliamo dare nuova linfa alla nostra attività.
Abbiamo già cominciato soprattutto dal lato della comunicazione cercando, come si dice oggi, di creare una sorta di Sesto Calcio 2.0 con il rinnovamento completo del nostro sito internet e degli altri social media.
Stiamo cercando di coinvolgere il più possibile dirigenti, allenatori e genitori, che mi preme ringraziare, per cercare di promuovere maggiormente le nostre iniziative ed in particolare la nostra filosofia di calcio, il Sesto Calcio siamo NOI!!!
E' dura, ma l'entusiasmo è quello del primo giorno".

Obbiettivi sportivi per il futuro?
"La risposta non può essere altra, migliorarsi!
L'anno scorso, nonostante tutte le difficoltà legate all'assegnazione dell'impianto, è stato un anno storico con la vittoria della formazione Allievi B di Mister Gibilaro del campionato provinciale con un ruolino di marcia da grande squadra.
Contiamo quindi anche nel 2019 di raggiungere traguardi importanti".

L'impianto Arena Padule di Volpaia sarà potenziato?
"Insieme all'amministrazione comunale stiamo progettando la manutenzione del manto di erba artificiale e degli spogliatoi. E' allo studio anche la costruzione di un campo attiguo all'attuale per il riscaldamento degli atleti, anche se ovviamente tutto è legato ai tempi burocratici e alle risorse economiche, ma siamo fiduciosi che in tempi brevi tutto si possa realizzare.
Per concludere, vorrei augurare un buon Natale ed un felice anno nuovo a tutti i nostri collaboratori, ai ragazzi e alle loro famiglie".

Intervista al Mister dei Pulcini 2008 del Sesto Calcio Francesco Plano.

Raccontaci chi è Francesco Plano fuori dal rettangolo verde.
"Francesco Plano fuori dal campo è un ragazzo di 26 anni come tanti altri, studio, lavoro, amici e con  una forte passione per lo sport, in particolare il calcio".

Ti senti più allenatore da Scuola Calcio oppure non vedi l'ora di allenare a 11?
"Fin da quando ho cominciato non ho mai sentito l'esigenza di allenare i "grandi", al massimo mi sono spinto ad allenare nel calcio a 9 , ad oggi mi sento più un istruttore per piccoli e sicuramente non ho ne' le competenze ne' probabilmente l'esperienza per allenare ragazzi più grandi".

Un messaggio ai genitori della scuola calcio?
"Un messaggio che mando ai genitori della scuola calcio e non, è quello di "lasciare spazio e libertà al bambino", sia dal punto di vista calcistico-sportivo che di pensiero. Troppe volte mi capita di vedere ragazzi che in qualche modo non vivono lo sport in maniera serena per colpa delle persone che stanno dietro a loro. Da un punto di vista calcistico mi dispiace che molte volte non si abbia la pazienza di aspettare i ragazzi nella loro crescita e si perdano, andando magari in altre società più blasonate senza che abbiano raggiunto la maturità necessaria per farlo".

Cosa vuoi dai ragazzi e cosa non vuoi.
"Dai ragazzi pretendo serietà, impegno e determinazione in ogni singolo allenamento e di conseguenza anche nelle partite. Ai giocatori dico sempre che tutto ciò che imparano e sbagliano permette loro di accrescere il proprio bagaglio tecnico e può permettergli di raggiungere anche categorie più alte e importanti. La cosa fondamentale però nella scuola calcio è l'aggregazione da parte dei ragazzi e che si divertano facendo sport".

C'è qualcuno a cui devi dire grazie nel mondo del calcio?
"Da quando ho cominciato ad allenare sono due le persone a cui devo di più sia da un punto di vista umano che calcistico . Il primo è Stefano Betto, che adesso è a Doccia, che mi ha permesso di aiutarlo a gestire il gruppo del  2001 nel mio primo anno e che mi ha dato successivamente molti consigli su come gestire le difficoltà.
Altra persona molto importante per me è stata Domenico Rossi, con il quale sono stato per 3 anni e mezzo al 2005, che mi ha permesso di crescere nella capacità di gestione del gruppo e dal quale ho imparato tantissime cose soprattutto da un punta di vista caratteriale".

Tre buoni motivi perché un genitore porti il figlio a fare sport al Sesto Calcio.
"Per primo la serietà della società, benchè si dicano tante cose negative su di noi, nel corso negli anni abbiamo avuto squadre di vertice, ultima il 2002 vincitore del campionato e numerosi ragazzi che sono stati valorizzati, l'anno scorso avevamo 2 ragazzi del 2005 nella rappresentativa a Coverciano, più uno che si è formato da noi ma gioca a Doccia.
Secondo motivo il clima che si respira al Sesto Calcio, nessuna pressione sui bambini, la cosa principale è sempre il divertimento dei ragazzi che devono praticare sport in maniera libera.
Terzo, la possibilità per i ragazzi di altre società che hanno poco spazio di potere crescere in un ambiente favorevole per la loro crescita".

A quale età ci si può iscrivere?
"Possono iscriversi i bambini dal 2013 che però al momento non fanno attività federale. Nell'ultimo anno e mezzo grazie al Responsabile Scuola Calcio CANACCINI è stato costituito per la scuola calcio un gruppo di allenatori molto solido, composto da giovani ma anche da qualcuno " meno giovane", questo permette ai ragazzi di rapportarsi con istruttori giovani con i quali possono interagire in maniera sicuramente più diretta, ma anche con allenatori più esperti che con la loro esperienza possono arricchire il loro percorso tecnico-motorio. Come riferimento per la scuola calcio abbiamo l'ottimo Massimiliano Matteuzzi, allenatore degli Esordienti 2006, con il quale seguiamo e condividiamo un percorso tecnico comune organizzato".


Intervista al Mister degli Esordienti B del Sesto Calcio Enzo Petri.

Perché hai scelto il Sesto Calcio? A che età hai iniziato ad allenare? Ti ispiri a qualcuno?
Al Sesto Calcio mi trovo molto bene, sono tecnico in questa società da vent'anni e ho sempre avuto modo di lavorare serenamente senza pressioni. Lavoro con i ragazzi da sempre e non credo che a questi livelli si possa trarre esempio da tecnici che lavorano in ambito professionistico, si lavora sui ragazzi adattando le proprie idee ai ragazzi ed alle loro personalità.

Quale è la cosa che hai detto alla squadra prima di iniziare la stagione?
La cosa che chiedo sempre anche durante l'anno è l'educazione, verso la società i compagni l'allenatore e avversari, e l'impegno che non deve mai mancare se vogliamo progredire.

Il fatto che un ragazzo di 11 anni abbia un idolo a cui ispirarsi è positivo oppure no?
Credo che sia indifferente a livello tecnico, però sicuramente serve a tenere viva la passione per questo sport.

A questa età si possono intravedere le qualità per poi emergere?
Undici anni è molto presto per valutazioni di questo tipo, certamente il talento e la predisposizione si possono intravedere, ma la strada è ancora lunga.

Parlaci dei tuoi ragazzi, che gruppo è?
Apprezzo l'impegno settimanale dei ragazzi, il nostro lavoro è finalizzato a formarli e sono contento delle risposte sul campo che mi danno.

Un messaggio ai genitori?
Credo che i genitori debbano avere pazienza e rispetto dei ruoli, cercando di avere fiducia nel mister e nella società.

Intervista al Mister degli Esordienti del Sesto Calcio Massimiliano Matteuzzi.

Cosa rappresenta per te il Sesto Calcio?
"Fin da piccolo giocavo nello Sporting Sesto, l'ho visto fallire mentre ne ero un giocatore. Successivamente, dopo una breve parentesi a Rifredi, ho visto nascere il Sesto Calcio, grazie al quale ho potuto iniziare la mia esperienza di allenatore.
Sesto Calcio per me significa casa, significa un luogo dove nonostante molte difficoltà troviamo sempre il modo e la voglia di andare avanti verso i vari obiettivi. Il valore aggiunto del Sesto Calcio è anche quello di interessarsi prima dei ragazzi, degli uomini, e poi dei calciatori.
L'aspetto umano ed educativo è fondamentale per progredire anche calcisticamente".

Raccontaci il Matteuzzi a 10 anni... Fare l'allenatore era un tuo sogno? Quando hai iniziato? Per il futuro?
"Matteuzzi a 10 anni era un ragazzino a cui non piaceva nemmeno troppo giocare a calcio. Lo praticavo per le amicizie e per la grande passione che già avevo per la Fiorentina. Andavo allo stadio e già allora davo un'occhiata in panchina per ammirare le gesta e le capacità degli allenatori di turno.
Ho iniziato ad allenare a 18 anni appena compiuti nel 2010, subito dopo aver seguito il corso per istruttori  di scuola Calcio. Mi fu affidata, dall'attuale DS Rino Alfonsi che ringrazierò sempre per l'opportunità concessa nonostante la giovanissima età, la mista 98-99 che disputava il campionato provinciale della categoria  Esordienti B.
Una squadra composta per lo più da ragazzini che avevano appena iniziato a giocare a calcio e da altri che arrivavano da percorsi non positivi in altre società e quindi con scarsa autostima.
Pochissimi si conoscevano tra loro, ognuno arrivava dalla propria realtà. Perdemmo la prima partita 15-0, vincemmo l'ultima 1-0. Al termine di quest'ultimo incontro cori, fumogeni e grande festa da parte di tutti. Ogni tanto mi capita di incontrare qualcuno di coloro che fecero parte di quel gruppo e mi ricordano sempre con entusiasmo "l'Avventura", come eravamo abituati a chiamarla.
Nel mezzo di questo percorso tante difficoltà e tante emozioni,  ma sopratutto un gruppo di ragazzi che diventò una Squadra.
Un gruppo di genitori e di giovani giocatori consci che attraverso le sconfitte e gli errori è possibile costruire un futuro ricco di soddisfazioni. Fu una vera impresa sportiva per quel gruppo raggiungere gli obiettivi, consapevoli di quale era stato il punto di partenza.
Dopo questa esperienza decisi di provare a mettermi in gioco al di fuori di un contesto per me così amico e familiare, cosi iniziai il mio biennio all'Olimpia Firenze, una società in cui ho avuto modo di conoscere allenatori e dirigenti che avevano operato a livelli molto alti e dai quali ho imparato moltissimo riguardo la gestione del gruppo e la metodologia di allenamenti.
Inoltre, sia per la qualità degli atleti sia per il buon prestigio della società, quello che veniva chiesto a noi istruttori era cercare di abbinare la crescita complessiva della squadra ai risultati. Questa "pressione", sana e ponderata, migliora caratterialmente i bambini,  ma anche chi li istruisce.
Finito quei due splendidi anni cominciò per me, di nuovo al Sesto Calcio, un lungo ciclo con il gruppo del 2003; un percorso di quasi cinque anni che ebbe inizio dal secondo terzo anno di Pulcini e terminò con il campionato Giovanissimi B.
Un collettivo formato da poche unità diventò col tempo una Squadra di circa trenta giocatori, ognuno dei quali fino all'ultimo riuscì a dare il proprio contributo, anche durante l'ultimo campionato in cui riuscimmo a toglierci varie soddisfazioni e a ottenete un buon piazzamento.
Alcuni di quei protagonisti vennero poi chiamati da altre società per farli partecipare ai Regionali: fu una vera soddisfazione per loro ma anche per me che gli avevo seguiti durante tutte quelle annate.
Sapere che tutt'ora rappresentano colonne portanti delle loro compagini mi rende felice.
In definitiva, questo per me  rappresenta il calcio: darsi un obiettivo chiaro, tenendo presente da dove si parte e dove si vuole arrivare, poi, dare il massimo per riuscire.
Seminare per raccogliere, magari non subito e quindi avere la pazienza di aspettare senza perdere le motivazioni.
Mi hai chiesto del futuro... in generale , al futuro, non mi piace troppo pensarci.
Preferisco vivere il momento, restare concentrato su quello che è il presente.
E il presente, anche questa volta,  significa aiutare questa squadra a seminare bene per raccogliere un domani, individualmente e collettivamente".

Come si deve comportare un Mister se in partita un proprio giocatore commette un "clamoroso" errore che causa la sconfitta?
"A parer mio, in ogni situazione e quindi anche nello sport c'è una componente che non può venir meno per poter dare il meglio di se: la serenità.
Quindi, se un giocatore commette un errore che compromette la partita, ritengo che sia mio compito fargli capire come migliorare ma soprautto trasmettergli quella serenità necessaria per non perdere fiducia.
L'errore deve essere per lui un punto di partenza e non un punto di non ritorno. L'importante è non essere superficiali, si può sbagliare ma penso che ciò non debba accadere per mancanza di serietà ed impegno".

La cosa che ti fa più arrabbiare nel mondo del calcio?
"La cosa che più mi fa arrabbiare del mondo del calcio, in special modo del calcio giovanile, è la mancanza di pazienza,  la fretta, e l'avere occhi solo sul risultato.
Come dicevo prima, è fondamentale avere sempre presente da dove si parte, a quel punto dopo aver stabilito l'obiettivo tutte le componenti sono chiamate a dare il meglio di loro stesse.
Sarebbe però opportuno che a tutti fosse ben chiaro che i percorsi di crescita richiedono tempo, qualche passaggio a vuoto e quindi tanta tanta pazienza.
Spesso capita di dare rilevanza soltanto al risultato finale di una partita, mentre quasi mai si guardano le sfumature, i miglioramenti anche in piccoli dettagli che però un giorno faranno la differenza.
Ci lamentiamo che a livello professionistico la Nazionale non è più come un tempo, ma noi nella nostra realtà dilettantistica, cosa insegnamo a dei potenziali calciatori del futuro? Trasmettiamo troppo spesso che il risultato viene prima di tutto, anche della prestazione, e penso che a livello giovanile e di scuola calcio, sia l'errore più  grande che si possa fare. Si creano ansie inutili e ci dimentichiamo che la priorità è imparare e migliorarsi".

Cosa vorresti dire ai genitori dei tuoi ragazzi?
"Ai genitori dei miei ragazzi dico di avere fiducia nei loro figli e di incoraggiarli nei momenti in cui commettono qualche errore. Il loro incoraggiamento sarà decisivo per migliorarsi sempre.
La premessa fondamentale, come già detto in precedenza, è che ci sia serietà ed impegno, unici punti su cui non è possibile transigere".

Quale è il modello di allenatore a cui ti ispiri?
"D'istinto, ti direi Guardiola, perché è colui che per eccellenza vuole arrivare alla vittoria attraverso il gioco, la prestazione, rappresentando quindi anche un esempio per i più giovani.
Però, fin da giovanissimo , il mio idolo indiscusso è stato Cesare Prandelli, anche lui amante delle belle prestazioni e persona che nel periodo in cui allenò la Fiorentina ha dimostrato l'importanza dei rapporti umani e della crescita umana prima di quella calcistica".

Cosa si prova a battere le altre squadre di Sesto Fiorentino?
"Battere, giocando bene a calcio, le altre squadre di Sesto Fiorentino è sempre una grande soddisfazione, mi rende felice sopratutto per i ragazzi, perché so quanto ci tengono a competere contro i loro amici e conoscenti.
E poi, diciamola tutta, le realtà vicine al Sesto Calcio professano spesso a parole la loro superiorità generale. Bene, a noi, come successo nell'ultimo incontro, piace dimostrare con i fatti sul campo che non siamo da meno, anzi.
Come dico sempre ai ragazzi, i pregiudizi e le chiacchiere se li portano via i fatti: devono partire dall'idea che nessuno è migliore di loro, e se anche lo fossero può deciderlo soltanto il campo e il tempo.
Quindi, giocarsela contro società limitrofe fa bene ai ragazzi non tanto per il risultato in sé, ma per quello che una bella prestazione può trasmettere alle loro menti e alla loro autostima".

Intervista ai Mister dei Giovanissimi B del Sesto Calcio Domenico Rossi e Salvatore Plano.

Cosa vi ha chiesto il direttore sportivo Alfonsi a inizio stagione?
Rossi: "Il direttore ci ha chiesto semplicemente di divertirci, togliendoci qualche soddisfazione soprattutto nelle sfide stracittadine con Castello e Doccia. Mentre con la prima è arrivata una splendida vittoria con la seconda è stata una brutta debacle che cercheremo di recuperare nel ritorno. Ci ha anche chiesto di preparare il gruppo per la categoria Giovanissimi del prossimo anno considerando che le difficoltà aumenterenno".

13 anni è un età particolare come si gestisce questa fase della vita calcistica di un ragazzo? Si lavora più sulla tecica di base o sulla tattica?
Rossi: "13 anni è sicuramente una età complicata. Noi dal canto nostro cerchiamo di carpire ogni piccolo problema che possa avere il ragazzo, anche non riguardante il mondo calcistico per cercare di aiutarlo e supportarlo. Ormai alleno questa squadra da 4 anni e con molti di loro ci capiamo con uno sguardo. Più  precisamente per quanto riguarda l’ambito calcistico quest’anno stiamo lavorando su parte fisica, e molto sulla parte tecnica. Siamo una squadra a cui piace giocare il pallone e quindi per migliorarci dobbiamo continuamente confrontarci con giocate sempre più difficili. Crediamo molto nella ripartenza del gioco dal portiere e  per fare tutto ciò ognuno dei ragazzi deve avere dei fondamentali importanti. Lavoriamo per migliorarci e per costruire un gruppo solido che già il prossimo anno possa dare tante soddisfazioni".

Si dice che saper perdere aiuta poi a vincere, è vero?
Rossi: "Si credo che saper perdere sia fondamentale e non scontato. Accettare che l’avversario sia stato migliore di te senza andare a cercare scuse ipocrite sia importante. È questo che io e Salvo cerchiamo di trasmettere ai ragazzi. Credo che questo ti aiuti a crescere e a gestire nel migliore dei modi le vittorie. Per esempio quest’anno abbiamo iniziato il campionato in maniera positiva, fino allo scontro con il Doccia. Nessuno di noi è entrato in campo quel pomeriggio e questo per noi è fonte di enorme dispiacere perché ci tenevamo tantissimo. Potevano buttarci giù, dire che era colpa di Tizio e Caio e invece il martedì successivo ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso che dovevamo lavorare aspettando con ansia il ritorno, perché noi non eravamo quelli di quel sabato “ maledetto”. Oggi abbiamo ripreso fiducia e giochiamo come le prime partite di campionato, anzi direi ancora più arrabbiati e convinti!".

L’allenatore deve essere a volte un po’ un padre e un po’ un fratello maggiore?
Plano: "La figura dell’allenatore può essere secondo me presa, più che come padre o fratello maggiore, come un amico più grande, un amico con cui si ride e si scherza, ma che si ascolta e si rispetta nel momento in cui si lavora sul campo. Il gruppo di cui faccio parte è molto bravo in questo, parliamo del più e del meno fuori dal campo, ma quando vengono date delle indicazioni subito si cerca di metterle in pratica nel rispetto dei ruoli di giocatore e allenatore".

L’Uefa porta avanti la campagna del rispetto e del no al razzismo, quanto sono importanti anche per voi questi valori?
Rossi: "Penso che il rispetto sia alla base di ogni rapporto. Nel nostro spogliatoio chi non rispetta compagni e avversari ne esce definitivamente. Abbiamo poche regole ma questa è la più importante. Quando non ci siamo negli spogliatoi io e Salvo ci pensano i Senatori.
Il razzismo è assente nel nostro spogliatoio, mi ricordo un aneddoto dell’anno scorso: giocavamo contro una squadra di Prato, gli avversari erano in tribuna a vedere la partita precedente. Sapevo che avevano un centravanti fortissimo e vidi che nel gruppo c'era un ragazzo di colore in mezzo ad altri di pelle bianca. Ad un certo punto uno dei miei ragazzi mi disse: Mister, è quello con la maglietta verde indicando il ragazzo con la pelle scura. Questo fa capire cosa pensiamo noi del razzismo, oltretutto il nostro spogliatoio è costituito da ragazzi di provenienza diversa e questo è grande fonte di arricchimento per tutti".

Da qui a maggio cosa vi aspettate da questi ragazzi?
Plano: "Da qui a maggio mi aspetto sicuramente una crescita sotto il punto di vista tecnico. Ho notato una grande forza di volontà che i ragazzi mettono in ogni allenamento, un grande sacrificio. Ad ogni allenamento abbiamo a disposizione tutta la rosa, e questo fa capire quanto i ragazzi ci tengano ad imparare. Mi aspetto anche una crescita sotto il punto di vista caratteriale, cercando di responsabilizzarli".

Plano, fai una domanda a Rossi: Ormai sono diversi anni che alleni questi ragazzi, sei contento del lavoro svolto fin qui? Hai qualche rammarico?
Rossi: "Credo che i ragazzi siano cresciuti tanto non solo dal lato calcistico, ma anche personale. Oggi esiste un gruppo compatto che può ambire nei prossimi anni a qualcosa di importante. Non ho particolari rammarichi, il vedere crescere molti dei miei ragazzi in maniera esponenziale sovrasta le difficolta’ che ci sono state in questi anni. Voglio bene a questo gruppo e quando non sarò più il loro allenatore sarò il loro primo tifoso, perché la cosa più importante, che ci ripetiamo ogni volta, è il Gruppo! Il mio sogno è che nei prossimi anni possano fare qualcosa di importante perché hanno lavorato sodo e so che riusciranno in quello che ci siamo prefissati quattro anni fa!".

Rossi fai una domanda a Plano: Come fai ad essere così tranquillo in partita?
Plano: "Riguardo la domanda di Domenico, in panchina cerco di stare il più tranquillo possibile perché mi fido dei mei giocatori. Durante la settimana si danno una serie di indicazioni e accorgimenti che si spera possano essere recepiti e messi in campo dai ragazzi. Ho sempre pensato che alla fine in campo scendono i calciatori e non gli allenatori, quindi cerco di incoraggiare i ragazzi, correggere gli errori, ma alla fine sta a loro giocarsi la partita".

L'allenatore professionista a cui ti ispiri?
Plano: "Ovviamente, essendo Interista, l’allenatore a cui mi ispiro maggiormente è Mourinho.E’ riuscito, seppur con una squadra forte ma inferiore a molte altre, a scrivere la storia dell’Inter, con una serie di successi ormai noti. Prendo ispirazione da questo, in quanto non serve spendere molti soldi per vincere, ma si lavora con i giocatori a nostra disposizione, cercando di esaltarne le qualità.
 Io e Domenico cerchiamo di tirare fuori il meglio dai nostri ragazzi, migliorando le lacune, ma cercando di esaltare anche i loro punti di forza, provando vari schemi di gioco che si possano adattare alle caratteristiche dei nostri giocatori".

Per il prossimo anno che progetti hai?
Plano: Per quanto riguarda il prossimo anno è difficile da dire. Sono entrato in questa squadra a Settembre e mi sono subito trovato bene con i ragazzi. Mi sono trovato benissimo con Domenico, con il quale amo molto confrontarmi su idee e scelte. Mi ha colpito il fatto che nonostante la differenza di esperienza tra me e lui (questo è solo il terzo anno per me come allenatore), mi abbia coinvolto tantissimo, chiedendo spesso il mio parere. Spero di poter continuare questa esperienza con lui, ma è una scelta che dipende principalmente dalla dirigenza".

Vuoi dire qualcosa ai genitori?
Plano: "Un consiglio che posso dare ai genitori è di fidarsi degli allenatori. Sia le scelte che vengono fatte sulle convocazioni, sia quelle prese durante una partita, sono fatte per il bene della squadra e secondo le direttive della società. Bisogna partire dal presupposto che gli allenatori non hanno giocatori di serie A o B, ma devono fare delle scelte per il bene del gruppo. Queste scelte devono essere rispettate dai genitori, anche se a volte possono penalizzare proprio figlio. Non ci sono giocatori che devono giocare per forza, come si pensa spesso. Le decisioni vengono prese in base al comportamento tenuto durante gli allenamenti ma anche allo stato di forma del giocatore".
   


Intervista al Mister dei Giovanissimi del Sesto Calcio Fabio Lastrucci.

Quale campionato si aspetta e cosa ha detto ai 28 ragazzi il primo giorno?
"La parola d’ordine per questo campionato è Fiducia.
Nella prima seduta con tutti i ragazzi ho detto loro che questo deve essere il nostro anno di riscatto e ho sincera fiducia nel fatto che, se mi seguiranno e si impegneranno, alla fine avremo delle soddisfazioni. Purtroppo abbiamo iniziato con difficoltà dovute a diversi infortuni e qualche ingenuità di troppo, però rimango dell’idea che trovando coraggio e credendo in noi stessi e nelle nostre possibilità vedremo nel tempo i miglioramenti e i risultati sperati. Inoltre la rosa di 28 giocatori, se da un lato è positiva per ampiezza di scelta, dall’altro implica che ogni settimana qualcuno resti fuori, nonostante si sia allenato e si sia messo con impegno a mia disposizione. Questo richiede molta maturità e tenacia da parte dei ragazzi, ai quali ho spiegato chiaramente la situazione ed ai quali ho chiesto sacrificio e perseveranza poiché vorrei che nello spogliatoio ci fosse sempre la giusta dose di serenità, ma anche una certa competizione che mi renda difficile ogni settimana la scelta dei convocati, se si dimostreranno in tanti meritevoli".

Raccontaci di quando il Direttore Sportivo Alfonsi ti cercò?
"Ero stato contattato dal Direttore Sportivo Rino Alfonsi nel momento in cui, alcuni anni fa, stavo chiudendo i rapporti con la Società Fcd La Querce. Non diedi la mia disponibilità in quanto dopo quella esperienza presi un periodo di distacco dall'ambiente calcio e soprattutto di riposo poiché gli ultimi impegni erano stati parecchio gravosi ed avevano tolto molto tempo alla mia attività lavorativa e alla famiglia. Infatti presso La Querce ero responsabile scuola calcio, responsabile e unico allenatore presso le scuole elementari per un programma di ludico motoria ed avviamento allo sport, oltre a seguire la categoria 2000 con due allenamenti settimanali, tornei locali, regionali e tornei estivi all'estero. Purtroppo o per fortuna però la passione per questo sport e per l'insegnamento del calcio non si è persa e quando Alfonsi tre anni fa mi ha ricontattato ho preso, supportato dalla mia famiglia, la decisione di tornare ad allenare".

Un comportamento che un un suo giocatore non deve mai avere e sul quale non transige.
"La superficialità. Qualunque cosa si faccia, a qualunque età e in qualunque campo, la si deve affrontare dando il meglio o almeno provando a farlo. Non significa sempre riuscirci, ma essere certi che si è fatto tutto il possibile. Solo così in ogni caso torneremo a casa in pace con noi stessi e, nel caso di uno sport di squadra come il calcio, anche con i nostri compagni che sudano e corrono assieme a noi per il risultato finale".

Notoriamente lei è un grande tifoso viola, dovesse scegliere, vittoria torneo Giovanissimi o coppa Italia con la Fiorentina?
"Sognare fa bene all'anima, perché darsi dei limiti e scegliere un sogno soltanto?
Tornando coi piedi per terra questa domanda mi porta a due riflessioni, la prima è che sia tifando Fiorentina che allenando questi ragazzi, sono uno che ama le vittorie sofferte, quelle che valgono doppio perché non sei fra quelli lassù che brillano e che magari vengono aiutati, quelli per cui è più facile, ma te la giochi sempre lottando e faticando. Tutto quello che ottieni lo ottieni con il cuore e con il sacrificio, perciò con immensa soddisfazione. La seconda riflessione è invece più personale, perché vincere con questi ragazzi sarebbe un traguardo importantissimo per me, a livello individuale, come allenatore e come educatore dei miei atleti, sarebbe toccare con mano la loro soddisfazione e sapere che in parte dipende da qualcosa di cui sono stato partecipe attivamente. La Coppa Italia della Fiorentina sarebbe una grande, enorme soddisfazione, ma come tifoso, come ricompensa di tanti anni in cui l'ho seguita e la seguo spendendo soldi ed energie, però come spettatore e non come parte attiva e decisionale. Vi ringrazio di aver detto Coppa Italia e non scudetto perché lì davvero mi mettevate nei guai".

Lei ha sempre un rapporto rispettoso con gli arbitri, ma c'è qualcosa che però vorrebbe chiedergli?
"Premetto che a causa di mio figlio che gioca a calcio da quando aveva meno di 6 anni, come dirigente accompagnatore ho fatto l'arbitro fin dai primi calci, e via via ai più grandicelli, senza mai favorire la nostra squadra proprio per non creare ovvie controversie, eppure senza mai uscire dal campo con meno di qualche offesa o scaramuccia. Questo per dire che quando sei lì è difficile e bisognerebbe provare per capire. Quelli che provano, e che quindi decidono di fare l'arbitro, penso lo facciano per passione, non per la mera ricompensa o per la gloria. Forse a qualcuno più che ad altri piace avere l'autorità o il potere, e questo a volte dà fastidio, purtroppo però sia in campo che nella vita c’è spesso qualcuno che detta le regole per noi e certe gerarchie vanno accettate. Cerco di insegnare ai ragazzi prima di tutto il rispetto, e spero di farlo con l'esempio, ma anche una certa intelligenza nel non disperdere energie contro qualcosa che è impossibile da cambiare. Se un arbitro ha deciso, proteste e reazioni esagerate possono danneggiare solo chi le fa, perciò è meglio evitare. Poi certo dipende per ciascuno di noi che giornata hai, a volte il vaso aspetta solo quella goccia per traboccare, e questo può capitare a tutti, compresi arbitri e mister….Non si sa mai".

Un aneddoto curioso da raccontare?
"In realtà l'aneddoto che più mi è rimasto impresso riguarda i genitori dei ragazzi del 2004 e precisamente la volta in cui dovevo ancora decidere se prendere o meno la guida della squadra. Alfonsi mi mandò a vederli contro il Tavola nel torneo organizzato dalla Galcianese. Ero con mia moglie e per quanto mi fossi raccomandato prima, dopo pochi minuti si capì facilmente per chi facesse il tifo. Naturalmente nessuno dei genitori del Sesto Calcio ci conosceva e non avevamo un figlio in campo, perciò cominciammo a sentire i bisbigli dei babbi e delle mamme che si chiedevano chi fossimo e si ricordarono che ”il direttore sportivo ha detto che viene il nuovo mister a vedere la squadra", ”per me è lui….”. Alla fine della gara uno mi avvicina e mi chiede se sono il nuovo mister e io nego spudoratamente, poi ce ne andiamo e vi lascio immaginare il viaggio di ritorno in macchina con mia moglie, ancora alle cene di squadra ci ridiamo sopra".

Conta più il gioco o il risultato?
"Il quesito non si pone, se giochi male, sei brutto e vinci occasionalmente. Se giochi bene, potrai perdere occasionalmente con chi ti batte con una partita mediocre, ma alla fine vinci.
Non parlo solo delle partite, ma vinci le sfide con te stesso perché ti sarai migliorato e non ti sarai accontentato e questo imprime forza e dignità a quello che stai facendo. Troverai sempre chi è migliore di te o a volte chi è più fortunato, ma credo davvero che la fortuna aiuti gli audaci, e scegliere di essere o restare mediocri non attira nessuna prolungata fortuna".

Il suo modello di allenatore?
"Non so dare un solo nome perché ci sono molti aspetti che fanno l’allenatore ideale. Certamente il pensiero va al primo rivoluzionario tiki taka di Guardiola che è anche un signore a bordo campo e ispira secondo me una grande stima. Ovviamente è più semplice essere un grande allenatore in una grande squadra, con grandi possibilità e quindi con grandi giocatori che possono mettere in pratica le tattiche proposte. Però è anche importante avere l'intelligenza di capire se e come puoi attuare certe idee, se devi cambiare in funzione delle situazioni, ed anche in questo Guardiola si guadagna la mia ammirazione".


Intervista al Mister degli Allievi B del Sesto Calcio Samuele Pecchioli.

Mister ci descriva la sua squadra e ci dica quali obiettivi sportivi vi siete prefissati affrontando una categoria nuova?
"La squadra che la società mi ha messo a disposizione è formata da un bel gruppo di 20 bravi giocatori con un grande spirito, una grande voglia di migliorare, una totale disponibilità al lavoro duro ed ai cambiamenti che sto cercando di portare avanti rispetto al passato. Trovando magari un po' di fortuna e qualche risultato positivo sono convinto che questo gruppo si potrà togliere delle soddisfazioni in futuro. La società non ha posto obiettivi di classifica ma ci ha chiesto di tenere alti i colori del Sesto Calcio lottando su tutti i campi con voglia e determinazione e direi che per adesso siamo in linea con quanto richiesto. Noi, come squadra, non ci siamo dati un obiettivo preciso, ma un sogno che si chiama Salvezza, consapevoli che non sarà semplice visto la nostra poca esperienza a questi livelli, ma lotteremo fino in fondo per questo sogno. Io invece mi sono dato come obiettivo quello di migliorare ogni singolo ragazzo e rafforzare un gruppo dando loro fiducia e autostima".

A 15 anni in piena adolescenza un allenatore deve essere anche un educatore?
"Certo! È un'età molto particolare e considerando il tempo che trascorriamo con i ragazzi è necessario dare loro regole comportamentali e dialettiche all'interno e nel rispetto del gruppo".

È vero che tra le cose più  importanti da insegnare c’è il rispetto per l’avversario?
"Non solo l'avversario. Io  insisto molto sul fatto che quando loro scendono in campo ci sono sempre molte persone all'interno della società che si sono date da fare per far sì che si giochi e che necessitino di rispetto, poi ci sono gli arbitri, i dirigenti, i tifosi. Comportarsi bene deve essere un dovere per chi fa parte della mia squadra".

Saper perdere può aiutare poi a vincere?
"Beh, bisogna innanzitutto riclassificare il significato di sconfitta: per me uno perde non quando l'esito della partita è negativo, ma quando non ha dato l'anima in campo, quando ha commesso violenze, quando non aiuta e rincuora i compagni. Detto questo tornando su un aspetto di campo confrontarsi con avversari più preparati comunque aiuta la ricerca di un risultato positivo".

A questa età avere un modello di giocatore a cui ispirarsi è sempre positivo? Tu a chi ti ispiri come mister?
"Dipende sempre dal modello che si sceglie. Ispirarsi a giocatori dotati di grosso talento ma privi di spirito combattivo, tipo Balotelli ad esempio, non credo sia formativo. Se invece si sceglie giocatori con grande voglia e determinazione, esempi di impegno e professionalità, mi viene in mente Chiesa, credo che possa aiutare la crescita.
A chi mi ispiro? A nessuno che calchi palcoscenici importanti, ma ho cercato di rapportarmi ed imitare un mio vecchio allenatore, Rolando Bianchi, che più di tutti è riuscito a valorizzare me ed i miei ex compagni".


Intervista al Mister degli Allievi Campioni Provinciali 2018 del Sesto Calcio Massimiliano Gibilaro. The Normal One.

Raccontaci in breve l'ultima giornata dello scorso anno...
"Più che l'ultima racconterei la penultima dove abbiamo raggiunto la matematica certezza della vittoria, battendo il Novoli secondo in classifica, in casa loro.
E' stato l'epilogo di una settimana intensa e di sensazioni contrastanti, di grande concentrazione, ma allo stesso tempo di estrema serenità e alla fine la partita si è preparata da sola.
La posta in palio era alta, anche se per me squadra e società era un'esperienza nuova che poteva far tremare le gambe, ma abbiamo affrontato la partita con maturità e consapevolezza come tutto il campionato del resto.
Prima della partita ho cercato di caricare la squadra, e anche me stesso, ma la certezza che il gruppo era pronto, l'ho avuta quando uno dei miei ragazzi mi ha detto: «Tranquillo Mister, noi questa partita la vinciamo!», ho visto la fame di gloria nei loro occhi.
E poi la festa con i nostri tifosi è un ricordo indelebile che mi porterò sempre nel cuore".

La prima cosa che hai detto ai ragazzi ad inizio stagione?
"Ovviamente dopo il campionato straordinario dell'anno scorso riconfermarsi ad alti livelli non sarà semplice, abbiamo preparato la stagione senza prefissarci obbiettivi, ma con l'idea di lavorare bene in settimana per puntare alla vittoria di ogni partita. Se saremo convinti di questo anche quest'anno riusciremo a stare in cima alla classifica".

Come è oggi lavorare con i giovani rispetto ai tuoi tempi?
"Non ci sono grandi differenze, non ho mica cent'anni!
Forse ai miei tempi il Rispetto era un valore più sentito, ma questo è un problema non solo del calcio.
Dal lato tecnico, come nel calcio dei livelli più alti, si punta maggiormente alla velocità della manovra e sul riuscire a mantenere la maggiore intensità possibile in tutto l'arco della partita. La velocità, anche di pensiero, oggi è fondamentale e una squadra che pensa veloce tutta insieme è una squadra vincente".

Per te quali sono i valori più importanti nello sport in generale ma anche nel calcio?
"Credo che lo sport in generale debba basarsi principalmente sul rispetto dell'avversario e sulla lealtà. Nel calcio, essendo un gioco di squadra, questi valori è necessario dimostrarli anche nei confronti dei propri compagni, voglio 20 fratelli nello spogliatoio e in campo, disposti a sacrificarsi per il compagno e per la maglia, nessuna ambizione personale, la Squadra prima di tutto!
Poi è anche vero che lavoro con un gruppo di adolescenti e quindi talvolta devo essere tollerante sotto alcuni aspetti, ma devo dire che dirigo un gruppo di veri “Bravi Ragazzi”".

Un allenatore può essere soddisfatto della sua squadra quando...?
"Essere in campo ad allenare una squadra è già una soddisfazione, è una cosa che mi è sempre piaciuto fare e quindi già questo mi rende felice.
Poi ovviamente il tuo lavoro è finalizzato ad un obbiettivo che non è necessariamente un risultato, anzi, nel calcio giovanile e ancora di più nella scuola calcio l'obbiettivo è quello di trasmettere ai ragazzi le proprie idee, siano tattiche tecniche o etiche, e vederle poi applicate sul campo. Quindi la soddisfazione maggiore è certamente quando il gruppo ha fiducia in te e ti riconosce come “guida”.
Vedere che i tuoi ragazzi sono sempre presenti agli allenamenti, concentrati ma sereni è un motivo di grande orgoglio per il Mister".

Con quale modulo tattico giochi? C'è un allenatore presente o passato a cui ti ispiri?
"Il modulo tattico è sempre una base di partenza, poi hai dei giocatori con certe caratteristiche ed avversari con altre, quindi il lavoro che imposti deve essere sempre elastico ed adattabile alle situazioni. La mia idea di calcio si basa sul 4-3-3 che credo sia il modulo più adatto al calcio moderno, il più propositivo e spettacolare.
Fra gli allenatori senza dubbio il mio preferito è Jurgen Klopp, perché propone un calcio sempre nuovo, intenso, fantasioso e vincente.
Ha un grande carisma e non vende fumo, è amato dai propri giocatori che danno sempre l'impressione di divertirsi a giocare a pallone.
E' un allenatore passionale che gioca la partita con i suoi ragazzi riuscendo a trasmettergli tanta energia, le sue sessioni di allenamento sono appassionate, vuole intensità e voglia di giocare a calcio, non a biliardo o a scacchi. Punta alla centralità del gruppo rispetto ai singoli e tutti si devono sentire coinvolti.
Alla fine del primo tempo di una partita in cui non stavamo giocando bene ho ripetuto ai miei ragazzi una delle sue massime: “Dato che siamo qui, non sarebbe il caso di provare a giocare a calcio?”".


Intervista al Mister degli Juniores del Sesto Calcio Massimo Sacchi

Che campionato ti aspetti?
“Non conoscendo tutte le squadre, è difficile stabilire adesso che campionato faremo, l'unica considerazione che possiamo fare è quella di dover essere una squadra organizzata, motivata e determinata per affrontare qualsiasi avversario”.

Chi vincerà il campionato?
“Siamo ad inizio stagione ed è difficile sbilanciarsi, ma dai risultati dei primi 4 turni penso che l'Atletica Castello sia la squadra più attrezzata per vincere il campionato”.

Perché al Sesto Calcio?
“Due anni fa ho lasciato la società per motivi di lavoro, sono sempre rimasto in contatto con il DS Alfonsi che più volte mi ha chiesto di rientrare. Finalmente risolti i problemi personali quest'anno ho deciso di rispondere “presente” alla chiamata di Rino e mi sono rimesso in gioco”.

Che giudizio dai alla squadra?
“In questo mese e mezzo di lavoro stiamo migliorando la conoscenza reciproca con il gruppo, le sensazioni sono buone, qualche aspetto richiede ancora lavoro, ma su molti altri siamo sulla strada giusta, vedo molta disponibilità e questo è un ottimo punto di partenza”.

Quale sarebbe la gioia più grande a fine stagione?
“La più grande sarebbe ovviamente vincere il campionato, ma vorrei soprattutto contribuire a far passare ai ragazzi una piacevole e costruttiva stagione, nel rispetto delle regole, privilegiando in modo speciale il rapporto umano e una sana competitività”.

C'è un allenatore professionista al quale ti ispiri?
“Io sono appassionato al calcio giovanile e seguo relativamente il calcio professionistico, ci sono allenatori che apprezzo senza dubbio, ma ho le mie idee e soprattutto devo adattarle sempre alle caratteristiche dei ragazzi”.


Intervista al Mister della Prima Squadra del Sesto Calcio Ettore Nanni

Che campionato ti aspetti?
"Voglio affrontare questo campionato giornata dopo giornata, vivendo ogni domenica con "sana passione" e sono certo che con questo spirito arriveranno risultati e soddisfazioni".

Quali possono essere le squadre rivelazione?
"Il Castello ha creato una squadra tutta nuova con elementi molto interessanti, anche i Giovani Rossoneri che abbiamo incontrato nel turno scorso sono un bel gruppo. Il San Giusto è partito molto bene, ma il campionato è ancora molto lungo e i veri valori usciranno nel tempo".

Un giudizio sulla squadra?
"Ho a disposizione un bel gruppo, per me è la prima stagione con loro quindi dobbiamo ancora conoscerci perfettamente, quello che chiedo è concentrazione e massima intensità in allenamento e in partita, chiedo propositività nel gioco e posività nella testa".

Cosa significa per te allenare il Sesto Calcio?
"Sono felicissimo di allenare in questa società, ho una squadra di ragazzi seri e un supporto costante dal DS Alfonsi, dal responsabile logistica Brachi, dall'accompagnatore Recchia e dal preparatore dei portieri Linari. Con questo team riusciamo a svolgere il lavoro settimanale con tranquillità ed efficacia".

Quale sarebbe la soddisfazione maggiore a fine campionato?
"La soddisfazione è sempre quella di vedere i giocatori contenti di venire al campo e che si divertano a giocare a calcio. Purtroppo qualcuno gioca meno degli altri e uno degli aspetti più difficili è mantenere alta la tensione in tutti i componenti della squadra, ma sono certo che se lo spirito resta quello sereno visto fino ad adesso non ci è precluso nessun risultato".

C'è un allenatore fra i professionisti a cui ti ispiri?
"Io amo questo sport e quindi cerco sempre di aggiornarmi e di trovare nuove idee interessanti. Apprezzo in particolar modo gli allenatori equilibrati, anche se ovviamente il calcio professionistico è un'altra cosa e non sempre quello che si ha in testa è facilmente trasmissibile alla squadra, ma questo è il bello del mio lavoro".

"Un saluto a tutti e Forza Sesto Calcio!!!"


Intervista al responsabile magazzino del Sesto Calcio Massimo Brachi

Come ti sei ritrovato a fare il magazziniere al Sesto Calcio?
"Quando è nato il Sesto Calcio nel gruppo fondatore di cui faccio parte, c’era già chi aveva esperienza di gestione di società e in quel momento mi sono preso io l'incarico di seguire l'aspetto logistico. Mi sono sempre più appassionato ad organizzare le squadre, all'inizio non immaginavo quanto tempo mi avrebbe impegnato tutti i giorni. Siamo partiti con 3 squadre per arrivare a gestirne 16 ed è una grande soddisfazione vederle con l'abbigliamento da gara curato, provviste di tutto le attrezzature sia di carattere tecnico che sanitario e che hanno la possibilità di allenarsi e giocare su un campo sempre perfetto".

Raccontaci in cosa consiste il tuo lavoro?
"Il mio è un lavoro quotidiano che parte ad inizio stagione verificando tutto il materiale di allenamento, palloni, abbigliamento ragazzi e allenatori, medicinali, materiali per allenamento e partite e se avanza qualche soldo allestire qualche nuova muta gara.
Purtroppo le risorse sono poche, sarebbe bello avere più denaro da destinare al materiale tecnico, e allora facciamo con quello che abbiamo e spesso la passione ci fa fare miracoli".

Raccontaci un episodio curioso?
"Un episodio che ricordo e che mi fa ridere ancora fu quando, da dirigente della Prima Squadra, dovevamo andare a giocare alle Cascine del Riccio. Guidavo ed ero impegnatissimo in una chiaccherata con il mio amico e dirigente Marzio, talmente concentrati nella discussione che ci ritrovammo a Ginestra Fiorentina. Ancora oggi Marzio mi da di grullo!"

Il sogno nel cassetto?
"Sono più di uno.
Vedere i ragazzi soddisfatti e soprattutto orgogliosi di giocare nella nostra società, vincere altri campionati con la nostra filosofia basata sul rispetto, l'educazione e la lealtà.
Mi piacerebbe anche un profondo rinnovamento della Federazione che mettesse al centro soprattutto i valori morali ed etici eliminando dai campi di gioco personaggi violenti e antisportivi che sono il vero male del calcio giovanile e che premiasse società come la nostra che mettono al centro del proprio progetto i ragazzi, le famiglie e la passione".

Perché continui a stare nel mondo del calcio?
"Ho giocato 40 anni a calcio per passione senza ricavarne un soldo, non li ho mai cercati ma mi sono sempre divertito, ho conosciuto tante persone e fra queste ho trovato anche amici veri.
Il calcio è una filosofia di vita, tante soddisfazioni e anche tante delusioni, ma è anche un gioco di squadra e quindi si cade e ci si rialza insieme.
Il Sesto Calcio è una grande famiglia, tutto qui si fa con entusiasmo, nessun risvolto economico o personalistico, solo e sempre la stessa voglia di giocare di un tempo".


Intervista al Segretario del Sesto Calcio Tiziano Vangucci

Come è cominciato l'amore per il calcio e qual è il suo curriculum sportivo?
"Il mio amore per il calcio è cominciato fra via Mameli e via Fratelli Bandiera a Sesto Fiorentino, zona densamente abitata. Si chiamava il "campino" quella zona e li ci trovavamo per interminabili partite fino al tramonto e anche più. I pali delle porte erano nostri indumenti ed il terreno era molto duro. Tornavamo a casa stanchissimi pieni di graffi e lividi, ma felici.
Di lì a poco, ci trasferimmo in blocco a l'oratorio di S.Luigi, presso la parrocchia di San Martino, nel centro di Sesto Fiorentino, Era la sede della gloriosa "Unione sportiva Sesto" la più vecchia società sportiva di Sesto Fiorentino.
Il parroco Don Piero Alberti, che ricordo con grande nostalgia, organizzava delle fiere di beneficenza per comprarci le scarpe da calcio, era quella la mia seconda famiglia.
Vincemmo un campionato di giovanissimi e in seguito un campionato provinciale Juniores.
Eravamo un bel gruppo di amici che la domenica sera si ritrovavano insieme per le tradizionali "feste in casa". A 19 anni abbandonai il calcio giocato, non ero una promessa, poi il servizio militare e tante altre cose.
Ricominciai a frequentare l'Unione Sportiva Sesto come spettatore quando mio nipote iniziò la scuola calcio e continuai come dirigente accompagnatore prima e poi come segretario.
Da questa società, per motivi che sarebbe molto lungo spiegare, nacque lo Sporting Sesto che svolse la sua attività fino al 2008, in un campetto dietro a l'attuale campo di Baseball. Poi da li fummo sfrattati perché quel terreno era diventato edificabile.
Intanto era in costruzione l'attuale impianto "Arena Calcio Padule" che nel 2012 il Comune ci avrebbe assegnato. Rimasti senza impianto fummo ospitati dalla Società Sportiva Settimello e dal Presidente Moreno Nardoni al quale dobbiamo essere grati per averci consentito di non interrompere la nostra attività. Nel 2010 fu fondato quindi l'Attuale Sesto Calcio 2010 in seguito della scissione dallo Sporting Sesto.
Questa nuova società, con i suoi 70 ragazzi si trasferì al Polo Universitario dove giocò fino al 2012 quando fu consegnato il nuovo e attuale impianto".

Perché hai scelto il Sesto Calcio?
"Il Sesto Calcio mi aveva cercato e ho accettato di fare il segretario per l'amicizia con il D.S Rino Alfonsi e con altri. Dal 2012 la famiglia è aumentata e ora siamo quasi 300 tesserati".

Come si diventa segretari?
"Con la passione e il desiderio di imparare moltissime cose che servono per mandare avanti la Società, quando ho cominciato era molto semplice, ora è complicatissimo e richiede molto sacrificio, si rischia di sbagliare o di dimenticare cose importanti".

Una fatto brutto e uno bello da raccontare?
"Comincio da quello brutto, quando il Comune di Sesto Fiorentino ha tolto l'impianto a noi per assegnarlo ad una società di professionisti non residenti a Sesto Fiorentino, riischiando di finire per strada.
La cosa bella invece, si vede che c'è una giustizia, quando la citata società di professionisti si è accorta che l'impianto, per il quale aveva concorso e vinto il bando, non era adeguato a svolgere la propria attività e l'impianto è tornato a noi".

Il suo sogno?
"Quello di vedere i genitori dei nostri ragazzi collaborare alla crescita della società, per formare una grande famiglia e non di stare sull'altra riva a criticare i nostri eventuali e talvolta inevitabili errori.
Alcune volte le famiglie portano via i propri figli per andare in società del nostro livello, ben venga l'interessamento di società più importanti sempre che siano serie ed esempi di rettitudine, cosa ormai sempre più rara.
In relazione a quanto detto un altro sogno è quello di vedere una Federazione, alla quale siamo affiliati con costi sempre maggiori, che tuteli società piccole come la nostra, dalle ruberie e dagli scippi che compiono altre società nei nostri confronti.
Mi spiego meglio, se in una categoria di piccoli, per esempio 2009 con un organico di 12 unità ce ne vengono portati via 4 da una società che ne ha in organico già 40, noi rischiamo di perdere la categoria, senza particolari vantaggi per l'altra società specialmente a questa età.
Questa facilità di portare via il meglio da questa o da quella società significa che la società che scippa o non voglia dedicarsi meglio alla propria scuola calcio, oppure non ne è capace, oppure in ultima analisi, non è onesta.
Quindi spero che la Federazione prima o poi intervenga, magari agendo con una pena pecuniara da far confluire in un conto federale, nel caso di passaggi sospetti e non approvati dalla società vittima dello scippo".


Intervista al Direttore Sportivo del Sesto Calcio Rino Alfonsi

Quali strascichi ha lasciato la vicenda della gestione dell' impianto sportivo di Volpaia fra il Sesto, la Florentia e il Comune ?
"Siamo contenti di poter restare nel nostro impianto, è stata una lunga battaglia che alla fine ci ha visti vincitori.
Purtroppo la fine della vicenda è avvenuta in pieno agosto pertanto la programmazione della stagione è iniziata tardi con varie ripercussioni, anche economiche, ma restiamo in trincea con rinnovato entusiasmo".

Cosa si aspetta da questa stagione?
"L'obbiettivo è sempre quello di ben figurare, non ci poniamo obbiettivi ma neanche limiti.
Purtroppo quest'estate a causa della vicenda relativa all'assegnazione dell'impianto alcune società "cugine" hanno fatto opera di sciacallaggio sui nostri ragazzi della scuola calcio e qualche genitore nell'incertezza ha preferito cambiare aria.
Molti però sono rimasti e abbiamo tanti giovani interessanti che, insieme alle loro famiglie, credono ancora convintamente nel nostro progetto. Sono orgoglioso di loro".

Come giudica fino ad oggi la sua esperienza da Direttore Sportivo?
"Dopo venti anni nel settore non posso che essere soddisfatto del lavoro svolto, ho fatto i miei errori ma sono state tante anche le soddisfazioni e i riconoscimenti all'impegno che ci metto.
Non ho mai guardato in modo ossessivo ai risultati e ai trofei, anche se nella mia carriera ne sono arrivati.
Il calcio giovanile deve per primo svolgere un compito di carattere sociale ed educativo cercando di formare la testa dei ragazzi e ragazze prima dei piedi".

La cosa più bella che ha fatto?
L'avventura con il Sesto Calcio è tutto un periodo bello da ricordare, un progetto partito da zero e che conta oggi oltre 300 tesserati con squadre presenti in tutte le categorie, cosa non scontata per una società di calcio.
Grande motivo di orgoglio e soddisfazione sono comunque la vittoria del campionato Allievi nella scorsa stagione e la promozione in seconda categoria della prima squadra".

Il suo sogno
"Vorrei al più presto mettere tra i ricordi la brutta vicenda che abbiamo dovuto affrontare nella prima parte dell'anno, tornando a pensare a fare calcio e condivisione. Noi ci stiamo mettendo tutte le energie e le poche risorse che abbiamo, i nostri ragazzi e le loro famiglie ci sono vicino e sono stati anche loro un sostegno importante nei momenti bui, confidiamo che anche le Istituzioni e il Comune ci sostengano sempre di più".


Intervista al Presidente del Sesto Calcio Giuseppe Pomo

Quale stagione si aspetta e qual è l'obiettivo principale?
"La volontà è sempre quella di crescere e migliorare, il nostro obbiettivo è di far fare sport ai nostri ragazzi in modo sano e rispettoso.
Siamo certi che la strada intrapresa sia quella giusta anche dal punto di vista tecnico e il risultato degli Allievi dell'anno scorso, vittoriosi in campionato, ne è la testimonianza".

Come giudica finora la sua esperienza da presidente?
"Gestire una società non è facile, riuscire a far quadrare tutto talvolta sembra una missione impossibile. La passione per il calcio giovanile è alla base di tutto ed è questa che da la forza per superare le mille difficoltà quotidiane.
Tengo a sottolineare che, come in una squadra di calcio, siamo un gruppo di lavoro che va da me alla segreteria passando dalla vicepresidenza, consiglieri e dirigenti. L'ultima vicenda relativa alla gestione dell'impianto di Padule ci ha impegnato e per certi versi deluso molto per la sensazione di ingiustizia che provavamo, ma ancora una volta la passione alla fine ha prevalso ed eccoci ancora qua".

Cosa non gli è piaciuto di questa vicenda?
"Qualche strascico la vicenda, anche se  l'epilogo finale è stato positivo, l'ha lasciato e ovviamente tutta la nostra programmazione è partita in ritardo, ma stiamo facendo del nostro meglio per ristabilire gli equilibri e ci stiamo riuscendo".

Cosa le è piaciuto invece?
"Il calore intorno a me, il sostegno e la vicinanza dei genitori e dei ragazzi. Sono la nostra forza!"

Il suo sogno?
"Non mi piace parlare di sogni, tutti i nostri obbiettivi con il lavoro e l'impegno si possono raggiungere e quello principale è la serenità dei nostri ragazzi.
Sono loro che devono sognare!"
A.S.D Sesto Calcio 2010 - Via degli Olmi, 22 -  Sesto Fiorentino (FI)
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